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Le origini della Camorra, nota anche con gli altri nomi di “Bella Società Riformata”, “Società dell’Umirtà” o “Onorata Società”, si fanno risalire agli inizi del ‘500, ma la tradizione vuole che nel 1820 i dodici rappresentanti dei dodici quartieri di Napoli si riunirono nella chiesa di Santa Caterina a Formiello per costituire ufficialmente la setta camorristica, fornendola di un codice al quale venne dato il nome di “frieno”. |
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Dopo l’unità d’Italia la Camorra raggiunse l’apice della potenza, grazie anche all’infelice decisione del prefetto Liborio Romano di affidare ai camorristi, capeggiati da Tore ‘e Criscienzo, l’ordine pubblico della città.
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Personaggi come Tore ‘e Criscienzo e Ciccio Cappuccio entrano come miti nell’immaginario collettivo, quasi a giustificare che uno Stato assente e inefficiente potesse, anzi dovesse essere rimpiazzato da assassini capaci di farsi giustizia da sé. |
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L’antica Camorra, tuttavia, scompare con il Processo Cuocolo, nel corso del quale, con il pretesto di individuare gli assassini di Giovanni Cuocolo e della moglie, vengono processati e condannati, grazie soprattutto alle confessioni di Gennaro Abbatemaggio, primo storico pentito, tutti i principali esponenti dell’onorata società. |
Fino alla metà degli anni settanta del ventesimo secolo la camorra, intesa come organizzazione settaria e verticistica, non esiste più: esponenti di piccole per quanto temibili organizzazioni criminali, come Pascalone ‘e Nola o Antonio Spavone detto ‘O Malommo, non sono capaci di aggregare attorno a sé una vera e propria organizzazione, come sarà invece capace di fare Raffaele Cutolo, che riappropriandosi anche degli antichi riti camorristici (l’iniziazione, il soldo, le gerarchie) fonderà la NCO, Nuova Camorra Organizzata, che – grazie anche all’apporto logistico della mafia siciliana – riporterà la Campania in uno stato di guerra tuttora perdurante. |
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Ancora una volta lo Stato (o elementi apparentemente appartenenti allo Stato) contribuirà alla crescita del potere anche economico della Camorra: la richiesta di aiuto a Raffaele Cutolo per la liberazione di Ciro Cirillo, rapito dalle Brigate Rosse, in cambio della cessione ai camorristi della quasi totalità degli appalti per la ricostruzione del dopo-terremoto, contribuirà a fornire ai clan dominanti strumenti e mezzi tali da consentire il dominio del territorio, e la ripresa di guerre sempre più sanguinarie, nel corso delle quali troppe volte rimangono coinvolte vittime innocenti. |